Una delle cose belle che accadono quando i figli sono più grandi è che ci si possono concedere, mi verrebbe da dire, ci si devono concedere, spazi di coppia.
Salutiamo i bambini che da una parte chiaramente vorrebbero venire con noi, ma dall’altra iniziano, soprattutto i grandi, a capire quanto sia necessario questo tempo.
E così, andiamo a teatro.
Recita un monologo il nostro amico di una vita.
Ci dice che è una serata di beneficienza, ma non presto attenzione perché ce lo dice durante un pranzo durante il quale io sono troppo presa dai tre, che catalizzano la mia attenzione.
Ci andiamo perché c’è lui, che di suo è speciale.
Di quelle persone che ad incontrarle nella vita, ti ritieni davvero fortunato.
Perché è in grado di far ridere, in ogni situazione.
Perché della vita riesce sempre a vedere il lato comico. E se non lo vede, lo crea.
E lo ha fatto da sempre, anche quando da ridere non avrebbe avuto granché.
E il suo spettacolo è così, come lui. Tanto divertente quanto profondo.
Ridiamo tanto.
Alla fine è tempo di ringraziamenti. Chiama sul palco le volontarie di Vicenza for Children.
“Ah sì, ricordo che ce lo aveva detto” penso.
Mamme con una maglia rossa con disegnato un papero. Tutte sorridenti.
Nicoletta prende in mando il microfono e racconta come nasce la loro associazione. Sono mamme di bambini oncologici.
A me si ferma il respiro.
Per non aver prestato la giusta attenzione prima.
Perché da mamma penso che non dovrei mai lamentarmi.
Le ascolto. Quanto sono brave a dedicare del tempo anche se la loro esperienza ospedaliera è conclusa…
Raccontano di quanto (tanto, tantissimo) hanno fatto in questi anni.
Mi rimane nel cuore una culla speciale per i bambini prematuri.
Ascolto, e quasi mi dimentico che sono in un teatro, che fino a poco prima ho riso a crepapelle.
Eppure, nella loro testimonianza, queste madri riescono a far sorridere ancora il pubblico.
Ci alziamo con occhi lucidi e pensieri altri.
Scrivo questo testo di domenica di pomeriggio, finché guardiamo insieme un documentario sulle stelle.
“Quando passi davanti ad un ospedale vedi solo finestre, ma non immagini quanti sognatori ci sono dietro quei vetri”. E’ una frase sul sito di Vicenza for Children.
Guardo loro tre, penso alle mamme che ho ascoltato ieri sera, alle stelle, ai sogni di ogni bambino in qualsiasi luogo si trovi.
Rileggo queste righe, tanto lineari quanto sconclusionate.
Parole che mescolano storie, vite, esperienze.
Come a teatro, come nella vita di tutti i giorni.