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PENSIERI DALL’ORTO

Che bello vederti sorridere oggi pomeriggio in orto, a cercare le lumache.

“Mamma, sei felice?”
“Certo Giulio, e tu?”
“Sì mamma, cerchiamo bogoni”.

E finché cerchi vita strisciante sotto le foglie di verza, io penso che non ti immaginavo certo così. Confrontandoti, che non si dovrebbe mai fare, con tua sorella, con tuo fratello, sei quello con il più spiccato senso dell’umorismo, che ci prende in giro, che sorride alla vita con ironia.

Sai creatura?
I tuoi nove mesi in pancia, non sono stati una passeggiata.
Sei arrivato presto, vicino ad altre vite piccine ancora.
E ti hanno accompagnato pensieri pesanti.
I più svariati. Il lavoro appena avviato, non dava grandi speranze. E la partita iva, si sa, mal si concilia con un neonato. Ma non andava molto meglio alla mia amica dipendente, alla quale è stato detto che sì insomma, non si può lavorare e fare la mamma, che nella vita bisogna scegliere. Mi sentivo meno sola.

E poi l’università. Era il momento giusto, ci stava nell’anno…

E i tuoi fratelli, neanche sei anni in due…

Quanto ho letto, e quanto ho pensato e penso ancora che sia vero, che una gravidanza serena trasmette serenità anche al bimbo che nasce.
Certo.
Ma, creatura, voi bambini nascete quando volete e magari ci si programma anche, ma passano mesi o anni… e allora scade un contratto di lavoro o si accende un mutuo… e io credo che siate competenti e come ho già scritto, se arrivate proprio in quel momento, vuol dire che disegni più grandi dei nostri han scelto così.

Ho scritto anche per te il diario dell’attesa.
Una decina di pagine…la metà di quelle scritte per Zeno…lontani entrambi dal tomo dedicato a Sofia. E quando trovavo pochi minuti per qualche parola, spesso era accompagnata dalla mia voce che rispondeva ad altro e ad altri… o dal quel senso di colpa che accompagna ogni attesa che non sia la prima: “A te non sto dedicando lo stesso tempo”.

Ho fatto tanto movimento finché ti ho aspettato insieme ad altre donne. E questo è stato prezioso, per condividere le paure che a casa, sarebbero sembrate solo mie. E invece spesso non si tiene conto che una mamma, anche al secondo, terzo e oltre, diventa comunque sempre una donna nuova…

Creatura, quante volte ho pensato che saresti stato un bimbo triste visto che i nove mesi di pancia non sono stati un dolce idillio, visto che non è stata un’attesa “dolce”.
Mi capitava a sera di non averti sentito per tutto il giorno. Bastava fermarsi e ascoltarti. E c’eri, vispo e consolante…

Mi riporti qui.

“Mamma non ho trovato bogoni”
“Ok, rientriamo Giulio”
“No, mamma, top!” e ti metti davanti a braccia aperte.
“Cosa vuol dire stop Giulio?”
“Top vuol dire fermati qui”. (Vero creatura, top è fermarsi nel qui e ora)
“Cosa vuoi che facciamo?”
“Mettiti qui, nell’erba”.
Ci sdraiamo nell’erba di fine settembre, nel tardo pomeriggio. Fresca, ma ancora piacevole. Da quanto tempo non mi sdraiavo sull’erba.
Guardiamo il cielo.
Passa un attimo.

“Mamma, che giornata fragolosa”.

pensieri-dallorto

Grazie, creatura felice e presente, competente e piena di risorse…