Viene spontaneo, a volte è più forte di noi.
Lo facciamo involontariamente e appena ce ne accorgiamo vorremmo subito ritrattare, o non aver detto, ma ormai è troppo tardi.
Mettere a confronto i bambini è sport nazionale.
Lo fanno le mamme ( e questo ci viene di diritto dal momento che stiamo in prima linea da mattina a sera), ma lo fa anche il resto del mondo.
“Guardalo…è più magro/ciccio di suo fratello quando aveva i suoi stessi mesi”.
“Lei sì che cresce bene, non sua sorella…”.
“Eh vedi… forse con la prima non avevi latte e invece adesso sì…”.
E a partire dal peso i bambini vengono confrontati su tutto: quando camminano, quando dormono, quando parlano.
Su questo ho già scritto in passato, ma ci torno con una storia particolare.
Ci tengo a precisare che non è una storia di allattamento (anche se potrebbe esserlo e sarebbe una storia meravigliosa e magari un giorno la racconterò), ma di confronti.
E’ la storia di una mamma e delle sue due bambine.
Le ha tenute in pancia insieme.
Le ha date alla luce a poca distanza l’una dall’altra.
Le allatta entrambe.
Il tempo in cui stanno al seno è più o meno lo stesso.
A volte è proprio lo stesso, preciso preciso.
Il latte è sempre quello, della stessa mamma.
Eppure.
Leiuno e leidue non pesano allo stesso modo.
Anzi…leiuno supera leidue di diversi etti.
E si sprecano i commenti.
Leiuno di qua…e leidue di là.
Leiuno su e leidue giù.
Il punto è che leiuno e leidue sono due, diverse.
Sono diverse ora nel peso, avranno tempi diversi nel camminare, nel parlare, nel fare qualsiasi altra cosa ci venga in mente e possa essere messa a confronto.
E se leiuno e leidue sono già così diverse pur avendo tutte le carte in regola per essere uguali, perché continuare a confrontarle?
Perché continuare a confrontare i bambini, soprattutto i fratelli/le sorelle? Nel confronto, uno dei due/tre esce spesso sconfitto, indietro, non all’altezza di…
A volte alle mamme questo fa male. Anche se non lo dicono.