Questi sono i giorni più corti dell’anno.
I più bui, riempiti di luci, dalla notte del tempi, in attesa della Luce.
Dovrebbero essere i più silenziosi, carichi di un silenzio che permetta finalmente una pausa, un bilancio, un tempo di introspezione.
Nella realtà sono riempiti di cose, anche belle inutile negarlo, ma alla fine risultano quasi senza tempo.
Nel fine settimana mi sono mi sono ritagliata un momento per camminare.
Un’ora di silenzio e quiete, in cui ho passeggiato in un luogo che conosco ormai bene.
O immaginavo di conoscere.
Perché il silenzio, una volta che tutti i pensieri si sono placati, ha lasciato spazio ad occhi più attenti che hanno colto particolari, scorto dettagli, individuato spazi mai visti.
Nel silenzio il tempo ha assunto una lunghezza diversa.
Come accade quando resto in silenzio “camminando” accanto ai miei figli.
Sono “luoghi” che conosco, ma quando mi permetto di star loro accanto in silenzio, lasciando andare giudizi e pensieri che inevitabilmente mi capita di fare, colgo sempre nuovi particolari.
Li vedo in una lunghezza diversa.
Conosciamo i nostri figli, ma spesso ci dimentichiamo che sono in continua evoluzione… e noi con loro.
Guardarli in silenzio è necessario.
Per scorgere spazi nuovi.
Per avere la giusta percezione della strada fatta e prepararsi a quella che verrà.
Perché il silenzio, se fecondo, porta luce.
Su di noi, sui nostri figli.