“Mammaaaaa. Mammaaaaa….ti svegli?
Andiamo a comprare gli squali che ho visto in edicola ieri?”
Alcune mattine – prima di tutto penso “è da verificare se sia già davvero mattina”… ma di solito loro non sbagliano – iniziano in questo modo, con unodeitre che anticipa la sveglia e richiede di essere presente a me stessa e a lui, subito. E io mi sento Sarabi, Lei elegantemente delega, io di solito mi attivo, perché nella maggior parte dei casi, se si vuole la mamma e la mamma c’è… si vuole la mamma. Punto.
Come in questa mattina di vacanze.
Ieri, passeggiando, il medio ha individuato in un’edicola un pacchettino contenente squali e pesci che immediatamente sono passati da oggetto di desiderio a oggetto da possedere.
“Me li compri?”
“Ma ti serve? [domanda più sbagliata non potevo fare]…hai già tanti animali a casa”
Risposta secca: “Hai ragione mamma [per un millesimo di secondo mi illudo di aver già vinto], a casa ne ho tantissimi. Ma qui no. E poi a casa non ho squali, quindi mi servono. E sono tanti, così posso giocare anche con i mie fratelli”.
Touché.
Ma non ho con me il portafogli, glielo spiego, annuisce… sa che a nulla varrebbe una scenata se non a perdere definitivamente la possibilità di vedere nuotare questi squali nei suoi mari immaginari. Rientriamo e non se ne parla più.
Io accantono.
Lui no.
Così, presente al passato realmente prossimo, stamattina questo è stato il suo primo pensiero, prima del buongiorno, prima (troppo prima) delle sette, prima che io aprissi gli occhi, prima di tutto.
Sono saggi i bambini.
Presenti al tempo, presenti alle parole, alle nostre promesse che per loro sono parola che si deve realizzare.
Presenti nel senso nobile del termine, partecipano in modo immediato e attuale, in un ambito limitato di tempo e di spazio. Saggi a ricordarci che il presente è l’immediato, l’attuale, quel preciso istante che stiamo vivendo, a cui spesso da adulti, non riusciamo a partecipare.