Mi alzi permettendomi di guardare oltre te, verso il cielo.
Interrogandoti sul tuo ruolo fin da quando hai saputo che sarei arrivato, ti sei permesso uno sguardo sul mondo che prima non conoscevi.
Mi tieni tra le tue braccia forti e mi alzi da terra, perché cambiare il mio punto di vista, ma anche il tuo.
Si incrociano i nostri sguardi, in un crescendo… all’inizio non ti vedevo neppure, pian piano sei entrato nella mia vita, mi hai mostrato al mondo e mi hai mostrato il mondo, del mondo mi hai insegnato i pericoli, qualche segreto per affrontarli e come andare avanti quando questi mi hanno sopraffatto.
Mi alzi al cielo ogni giorno, in quel gesto che mi allontana da quello che conosco perché vi possa guardare in modo staccato, per poter essere me stesso, oltre lei, oltre te.
Sei un confine preciso, nei gesti di ogni giorno, in quelli che ai miei occhi ti hanno reso grande, unico.
Per me, da quando sono nato, ti sei tolto l’armatura per poterti inginocchiare e guardarmi negli occhi.
E senza protezioni, ti vedo per quello che sei.
Per alzarmi al cielo, ti sei fermato, interrogato, a volte hai proseguito anche se qualcosa ti diceva che non era quella la strada. Anche per questo ti sono grato.
Nel tempo crescono i miei ricordi con te: le poesie dette a memoria per la tua festa, i cioccolatini regalati, le cravatte, poi nulla perché “da grandi” la festa del papà un po’ la lasciamo andare.
Poi torna.
Come occasione per dire, ricordare, pensare.
A tutti i papà, buona Festa.
Buona giornata alle mamme che ricordano ai propri bambini, fin dalla colazione, che oggi è la Festa del Papà… perché attraverso noi il papà entra nella vita dei nostri figli.
A chi il suo papà oggi lo ricorda, con nostalgia, con fatica, con tenerezza.
A Stefano, per ogni volta che ha alzato al cielo i nostri bambini.
Al mio papà, quest’anno in modo particolare.
Il gesto di Ettore è il titolo di un saggio di Luigi Zoja, piscoanalista, edito da Bollati Boringhieri, 2003
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