Altre volte è la gioia più grande.
Accade quando ti rendi conto che si è fatto un piccolo balzo in avanti. In una cosa di tutti i giorni, qualcosa che fino al giorno prima sembrava impossibile o era già relegata a “qualcosa che riuscivo a fare nella vita mia precedente” o “avanti di questo passo non ce la faremo mai”.
Guardare un film intero, ad esempio.
Film… parola grossa, diciamo un cartone, dai…
Tutti insieme intendo, perché è ovvio che la sera, quando non si lavora, non si crolla addormentando il mignon o non c’è da lavorare, un film lo si riesce a guardare. Ma un cartone tutti insieme, mai…o meglio, non ancora…
I pomeriggi delle domeniche invernali ci capita spesso di rimanere in casa, anche per tirare tutti il fiato. Di solito si allunga il riposino, si gioca (cambiando spesso gioco), si guarda un po’ di televisione, ma cartoni da episodi brevi altrimenti il piccolo di casa reclama… per lui un film è troppo lungo. Era, dovrei dire. Se i grandi riuscivano ad arrivare in fondo, il piccolo a metà si stancava, voleva giocare con le costruzioni, in salotto ovviamente, facendo quel rumore che è più di confusione, disturbando i grandi che ad un certo punto, non potendone più, spegnevano arrabbiati e si dividevano brontolando e cercando ognuno un gioco lontano dalla tv e dal fratello.
Qualche domenica fa, la svolta.
Dopo venti minuti di discussione sul dvd da guardare, la scelta ricade su Robin Hood, disegni del ’73 che pur con i contorni poco precisi rende ancora tanto.
Play. Io già mi vedevo dopo un quarto d’ora a distrarre il piccolo.
E invece, avviene il miracolo.
Riusciamo a guardare tutto il cartone tutti insieme. Con i bambini accoccolati a destra, a sinistra e sulle gambe incrociate, a ridere di Lady Cocca e a cantare “il re più fasullo d’Inghilterra”…
In tutto questo mi sono anche alzata a preparare la merenda senza che l’incanto svanisse (ben sanno le mamme che a volte basta un nonnulla per far saltare gli equilibri…).
Siamo arrivati al matrimonio di Robin e Lady Marian, lieto fine del racconto e del mio pomeriggio. Ho tirato un sospiro di sollievo. Perché i grandi cambiamenti avvengono nelle piccole cose di tutti i giorni e spesso cambiano davvero la vita.
Qualche notte di fila in cui si dorme tutta la notte.
Il vasino che diventa realtà.
Un pomeriggio dai nonni anche se sono piccoli.
Il divano condiviso in 5 davanti ad un cartone.
L’uscita serale in pizzeria (noi qua non ci siamo ancora arrivati…).
E tutto questo di solito accade alla fine di una serie interminabile di settimane in cui ti sembra che nulla cambi, che nulla si smuova o migliori, che ci sia solo fatica, che si sia destinati alla stasi perenne.
Ti rendi conto che a volte è durissima, è innegabile, ma altre è la gioia più grande, nelle piccole cose e fai fatica a descriverla.
Quel pomeriggio, guardandoli, mi sono detta che a volte basta solo aver fiducia nel tempo e che i tempi sono diversi per ogni bambino, per ogni famiglia…
“Ma che bella giornata. Paura non abbiamo” (Cit. da A caccia dell’Orso, M.Rosen, H.Oxenbury)