Ultimamente mi è riuscito un parcheggio a S da manuale, come da tempo non mi accadeva.
Manovra perfetta, auto in posizione, giusta distanza dal marciapiede e dalle auto davanti e dietro.
Scendendo dalla macchina ho pensato che ogni tanto un po’ di fortuna ci vuole.
Come con i figli con i quali è un continuo “parcheggio” a S.
Raramente andiamo a segno con la “teoria” giusta al momento giusto.
Anche se lo sguardo è attento, non abbiamo sempre garanzia di un “parcheggio” impeccabile.
Spesso, partendo da una buona base, dobbiamo comunque rivedere, ritoccare, sistemare.
A volte, decidiamo di ricominciare da capo, perché capiamo essere la scelta migliore.
E tutto questo fin da subito, appena diventiamo genitori.
Mille piccole manovre per trovare “lo spazio giusto”, il nostro e quello del nostro bambino.
E poi tutto è un crescendo.
Una serie, che talvolta sembra infinita, di cambiamenti per correggere il tiro, perché si cambia, noi e i bambini, e ci si accorge che come siamo messi non va bene per noi e per gli altri.
Un’auto che invade la carreggiata, anche di qualche centimetro, è un disturbo per chi circola.
E va messa a posto, al suo posto.
Questo garantisce anche l’incolumità della macchina stessa.
Anche per i bambini è così.
Capita però, ogni tanto, che sentiamo di aver fatto la cosa giusta al momento giusto.
Non abbiamo ripensamenti.
Tutto è al suo posto.
(Quei momenti in cui ti senti candidato al premio genitoredellanno… e ti daresti una pacca sulla spalla dicendoti bravo)
Un parcheggio a S che non si può discutere in alcun modo.
Non capita spesso.
Per fortuna mi viene da dire. Perché questo ci permette di non sentirci troppo spesso “arrivati” con i nostri figli.
Ed è una garanzia, non solo per noi, ma per tutte le parti coinvolte nel parcheggio.