Parlare di depressione post-partum è ancora difficile, il tema è ancora un tabù.
Parlarne e diffondere corrette informazioni è invece estremamente importante.
Per questo ho invitato la Dottoressa Giulia Dal Zovo, psicologa e psicoterapeuta, a rispondere alle nostre domande sul tema. Abbiamo pensato ad un post, per lasciare il “giusto tempo” della lettura a tutt*.
Parlarne e diffondere corrette informazioni è invece estremamente importante.
Per questo ho invitato la Dottoressa Giulia Dal Zovo, psicologa e psicoterapeuta, a rispondere alle nostre domande sul tema. Abbiamo pensato ad un post, per lasciare il “giusto tempo” della lettura a tutt*.
- Quali sono i segnali/sintomi che caratterizzano la depressione post-partum?
La depressione post-partum è un vero e proprio disturbo depressivo, si distingue per il periodo di insorgenza (da un mese a un anno dopo la nascita del bambino). La neomamma avverte uno stato di malessere profondo e invalidante, che si può manifestare con sensazioni di tristezza continua, ansia, paura, senso di inadeguatezza, colpa, fallimento e inutilità, mancanza di entusiasmo, irrequietezza o perenne stanchezza, perdita dell’appetito e del sonno, preoccupazione ingiustificata ed eccessiva nei confronti del bambino o al contrario totale disinteresse.
- Come posso distinguere il baby blues dalla depressione?
Il baby-blues è una condizione molto diffusa e non patologica, che raggiunge il picco 3-4 giorni dopo la nascita del bambino e tende a svanire entro e non oltre i 10-15 giorni dal parto. I sintomi sono simili, ma passeggeri: umore instabile, ansia e nervosismo, tristezza non giustificata, irritabilità, pianto improvviso e immotivato, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno.
A differenza del baby blues, la depressione post-partum dura più di due settimane e ha un impatto maggiore sulle capacità e sull’integrità della neomamma.
- Depressione post-partum associata a fame emotiva
Come sappiamo mente e corpo sono strettamente connessi, quindi anche il senso di fame può variare in base al nostro umore. La fame emotiva (o fame nervosa) legata ad emozioni negative non spinge a mangiare per saziarsi, ma per colmare il vuoto che si sta vivendo. E’ importante quindi cercare di capire che cosa ci sta comunicando il nostro corpo e qual è il vuoto che abbiamo bisogno di riempire.
- Può colpire anche gli uomini? Come fare a riconoscerlo?
Sì, un falso mito è che la depressione post-partum colpisca solo le donne, invece possono essere coinvolti anche i papà. Circa 1 papà su 10 sperimenta una vera e propria depressione post-partum, generalmente dai 3 ai 6 mesi dopo la nascita del bambino, con gli stessi sintomi.
- Quali sono i gradi della depressione post-partum? In dettaglio la depressione più lieve
I sintomi depressivi possono manifestarsi anche in forma più lieve, e non essere avvertiti dalla mamma stessa o da chi la circonda come “rilevanti”; in ogni caso rappresentano un campanello d’allarme da non sottovalutare. Anzi, la consapevolezza di una leggera depressione è un primo passo per chiedere aiuto e parlarne, per evitare che si trascini e si trasformi in un malessere più invalidante.
- Entro quanto dal parto si parla di depressione post-partum? Può comparire anche se i bimbi sono grandi >2/3 anni? Dopo quanto tempo ci si può ritenere fuori dal periodo pericoloso per la depressione post-partum?
Generalmente i sintomi riconducibili ad una depressione post-partum compaiono durante il primo anno di vita del bambino, è però possibile che si manifestino anche in seguito, entro 3 anni.
- Come gestire la depressione se arriva a fine congedo maternità e inizio ambientamento asilo.
Questi due eventi sono di per sé dei momenti di grande transizione, e anche in condizioni “normali” rappresentano delle sfide che possono mettere alla prova in maniera più o meno intensa. In presenza di un vissuto depressivo tutto si fa più faticoso, consiglierei di parlarne con qualcuno di fiducia per farsi aiutare a gestire questi cambiamenti importanti. In ogni caso, è difficile uscire da soli dalla depressione, è una vera e propria patologia e va considerata molto seriamente, se ci si rende conto di stare male e di essere in difficoltà è molto importante avere il coraggio di chiedere aiuto.
- La depressione post-partum si può in qualche modo prevenire?
Ci sono alcuni indicatori, o fattori di rischio, durante e prima della gravidanza da non sottovalutare, come ansia o depressione, familiarità alla depressione o a disturbi psichiatrici, bassa autostima; ma anche situazioni familiari problematiche, difficoltà con il partner, solitudine nella gestione della gravidanza e precedenti esperienze di parto negative e/o traumatiche. In presenza di questi indicatori è possibile intervenire già prima del parto per cercare di prevenire i sintomi di una depressione post partum. Per questo è certamente molto importante essere ben informate e preparate, durante la gravidanza, alle difficoltà che possono insorgere nella gestione del bambino, ai cambiamenti fisici ed emotivi, ai cambiamenti nella routine familiare e di coppia. Il sostegno del futuro papà è fondamentale, un papà altrettanto ben informato sarà in grado di dare supporto concreto alla neomamma, vicinanza emotiva, comprensione e condivisione della fatica e del cambiamento.
- Qual è il professionista di riferimento per aiutare la mamma in una situazione delicata come quella della depressione post-partum?
Il primo professionista con il quale la neomamma si trova a confrontarsi è il pediatra, che, se ben preparato, potrebbe essere la prima figura in grado di cogliere i segnali di difficoltà e di indirizzare quindi la mamma verso un sostegno psicologico con uno psicoterapeuta.
In ogni caso, è importante che la mamma possa parlarne con il partner, con un’amica, con una consulente di fiducia, in modo che le persone intorno a lei siano in grado di cogliere il campanello d’allarme e possano attivarsi per creare una rete di supporto e suggerire un aiuto psicologico.