La domenica sera è un momento di passaggio tra il relax del week end e l’inizio di tutti i giorni nuovi che la settimana successiva mette davanti.
I baci della buona notte durano di più.
Il rimbocco delle coperte è più pomposo.
Le richieste su quel che avverrà “domani” scendono nei particolari.
Anche lasciar andare il tempo senza impegni e orari non è facile.
“Mamma, ti fermi un po’ qui?”.
E’ lei, che da tempo non chiede.
Nell’ordine penso che dovrei scrivere il post (questo che state leggendo per il quale in quel momento non ho alcuna idea) e che lei è grande.
Immediatamente mi dico che le due cose che ho pensato sono “non fondamentale” la prima e “un
pensiero stupido e senza senso” la seconda.
Mi accoccolo.
Non servono parole.
I respiri si avvicinano, come quando la tenevo su di me.
Penso sia un tempo prezioso che mi ha voluto regalare.
Mi ha fermata perché vicine ci potessimo ascoltare come una volta, semplicemente attraverso lo stare accanto.
Cresce veloce. Lo dicono i pantaloni che si accorciano e i pensieri che invece mettono radici profonde.
La penso tra qualche anno. Mi chiederà ancora di fermarmi un po’?
Dopo un po’ le dico qualcosa, ma non mi risponde già più.
A volte basta poco.
Mi fermo ancora un po’ lì, perché niente in quel momento è più prezioso.