Lo vedi entrare, quasi trascinato, certamente non entusiasta.
Lui a questo corso di accompagnamento alla nascita si sente fuori luogo, a dirla tutta, non ci voleva proprio venire. Tanti suoi colleghi sono diventati papà senza partecipare a nessun corso… Ci è arrivato un po’ per accontentare la sua compagna che tanto ci tiene, un po’ perché il suo amico – loro hanno già partorito – gli ha garantito che anche lui all’inizio non ne voleva sapere, ma che alla fine è andata davvero bene e questo, detto da un uomo, beh, l’ha rassicurato.
E il suo stato d’animo confuso emerge presto: da questo corso non ho particolari aspettative, ma se posso essere di aiuto alla mia compagna…
Poi gli basta un incontro, a volte due. O una serata, se è il corso week end… ; ) .
Anche gli uomini più reticenti e dubbiosi si innamorano del percorso nascita, lo comprendono in pieno, diventano co-protagonisti di un viaggio che non è solo partecipare ad un’ecografia. Serate che diventano un momento dedicato alla coppia e alla vita che verrà.
Ore per condividere pensieri.
Minuti preziosi di massaggio, anche del cuore.
Attimi per guardarsi negli occhi attraverso una corda.
Perché la maternità non è più solo un affare da e di donne.
Sta diventando, sempre più, un percorso condiviso, già dalla gravidanza anche dal papà… Che fino a qualche tempo fa partecipava all’epico inizio e poi si ritrovava padre al parto.
Ma le quarantasettimane di pancia sono un prezioso spazio per condividere aspettative, dubbi, piacevoli scoperte, cambi di prospettiva.
E il papà informato, consapevole, attento è in grado di sostenere la mamma durante il grande passaggio che è il parto, ma soprattutto nella nuova vita. E diventa “mastino” nel proteggerla, e nel proteggere la sua creatura, da quanto stona intorno.
E porta l’entusiasmo di questa nuova paternità in studio con i colleghi, in negozio, nel pranzo della domenica con i parenti, durante il quale, mi raccontano le mamme, è lui a spiegare l’importanza del contatto e del portare in fascia, del crescere i figli restando vicini, del guardare ai bisogni del bambino e non l’orologio…
E’ pronto da mesi questo titolo, dalla fine dell’inverno.
Il contenuto invece si è arricchito nelle settimane, negli incontri, nei corsi.
Negli sguardi di conferma, di ascolto di sé, della coppia e di una realtà che tante volte pare lontana e impossibile.
Nei grazie dei papà a fine corso.
Ma soprattutto negli sguardi commossi delle mamme che raccontano il grande cambiamento del papà trascinato…che a sera, quando torna, respira la fatica della cura e ringrazia per “come ti prendi cura della mia bambina”….