Tra le riviste che adoro e raramente riesco a leggere, ci sono quelle di arredamento. Che gli articoli trattino di case nella campagna toscana o di superattici a NY, mi rilassa sfogliare le pagine e osservare accostamenti, soluzioni, colori, forme e stili…
Living è una parola spesso riportata e ripetuta un po’ perché a dirlo in inglese ci si dà un tono, un po’ perché la ing form trasmette processo e movimento rendendo quello che di fatto è: la zona di vita, degli incontri, del cibo in molte case, di ascolto, di arrivo e partenza… insomma, il cuore della casa… lo spazio in cui si soggiorna, che spesso include la cucina.
Di recente in un articolo che descriveva un cascinale con spazio aperto tra cucina, salotto, veranda e giardino, un architetto parlava di fluidità di spazi… come di un plus della casa che ovviamente già di suo era perfetta e non aveva nulla fuori posto: tappeti ovunque, cristalli e legno, tele e quadri sapientemente abbinati, stoffe di ogni genere, il giusto mix di antico e moderno. In poche parole, un incanto.
Chiudendo il mensile mi sono messa a ridere, pensando alla mia casa di oggi.
Anche da noi il living è il cuore della casa, ma la fluidità tra gli spazi è data dalle Hot Wheels che Zeno e Giulio lasciano perennemente in giro e sulle quali accidentalmente si può… fluire qualche centimetro più avanti o trovarsi ad imprecare perché sotto il piede, fanno male. Nel nostro living si viene accolti spesso da scarpe, che ogni tanto qualcuno tenta di riordinare- su richiesta dei piani alti- accumulandole appena dietro la porta della scala, col risultato che per ritrovare le stesse scarpe la mattina successiva serve un’operazione congiunta, tipo Paw Patrol…
Dallo scorso anno, elemento vagante del living è la cartella di Sofia quotidianamente abbandonata all’ingresso quando torna da scuola…che può restare in giro anche fino a sera, sempre che non intralci troppo e allora, sempre su richiesta, la porta in camera sua, sbuffando.
Pazienza…anche questo è living.
Il solo tappeto che abbiamo è una trappola infernale; colori e i disegni persiani mimetizzano perfettamente lego duplo, macchinine, scarpette di Barbie, varieedeventuali… quando si va a chiudere la finestra attraversandolo… lascio alla fantasia di chi legge i pensieri associati.
In questi ultimi giorni di ottobre, il living è anche breathing… una cavalletta, due cimici e un insettonondefinito vivono beati in tre vasetti che nella loro vita precedente hanno egregiamente contenuto deliziosa marmellata. Sono diventati gli animali domestici dei due maschi che ogni tanto fanno loro prendere aria e quindi questi sopravvivono nonostante la prigionia.
E a giorni il living è una giungla o una savana, in base agli animali scelti… o uno zoo, se li vogliamo mettere tutti…tutti quelli che ovviamente non sono in vasca da bagno perché anche lì vive una colonia formata da un t-rex, una mucca, un maiale e un cavallo… più un camion col rimorchio che serve per trasportarli da un lato all’altro.
Living è ceste di libri, costruzioni e giochi che spesso non sono nelle ceste creando l’effetto “èscoppiataunabombaeiononmenesonoaccorta”.
Lontano dall’ordine e dalla perfezione delle riviste… ogni giorno penso che il mio living sia vissuto davvero e sia uno specchio di vita.
Specchio con impronte di bimbi, ovviamente.