Per ogni fase della maternità, c’è una app.
Dalle settimane di gravidanza alla durata delle contrazioni, dal tempo di una poppata al numero di
pannolini cambiati.
Si scarica, ci si registra e, come per incanto, la maternità ti ritorna in una tabella.
Ma con il passar dei mesi troviamo sempre meno risposte o spazi nel quali tener conto di una
crescita che non è più così facilmente misurabile.
Quanto all’inizio sembrava manifesto, nel tempo lo diventa sempre meno.
Staccando il viso dallo schermo, sarebbe prezioso tornare a guardare la Luna.
Alla sua luminosità sempre in cambiamento.
Alle fasi in continuo divenire.
Alla distanza.
Alla sua influenza sui nostri bambini.
Ai cambiamenti di posizione.
Al suo non manifestarsi pur presente.
Tornare a “occhi in su” nella relazione con i nostri figli ci permette di uscire da schemi prefissati
che lasciano il tempo che trovano.
Per godere, al di là di ogni tabella, della luminosità che sta dietro ogni loro cambiamento.
Per avere occhi attenti al loro continuo divenire pur rimanendo a distanza.
Per sentire che “ci siamo” anche quando sembra di no.