“La stai allattando?”.
“Sì” (perché solitamente non giro così, te lo assicuro).
“Ogni quanto mangia?”.
“Quando chiede…”
“Quando chiede? Ma non parla…”
“Certo, non parla, ma lancia chiari segnali…”.
“Beh certo, piange…”
“In realtà manda segnali ben prima di piangere”.
Sguardo smarrito.
“In che senso?”
“Nel senso che muove la testa, porta le mani alla bocca, tira fuori la lingua. Insomma, è molto chiara ben prima di piangere”.
“Ah. E quanto mangia ogni volta?”.
“Quello che vuole…”
“In che senso?”.
“Nel senso che lei succhia quanto le pare, poi si stacca.”
Sguardo realmente smarrito.
“Ah, la pesi prima e dopo quindi per sapere se ha mangiato…”
“No, la peso una volta a settimana, anzi… a volte ne passano diverse”.
“Ma come fa a regolarsi?”.
“Si regola. Io guardo che sia bella attiva e conto i pannolini”.
Sguardo estremamente smarrito.
“Che strano”
“Cosa?”
“Che non la pesi, che non ha orario, che non le dai un tempo…”
“Allatto a richiesta… in realtà, dopo l’inizio che è veramente impegnativo, è molto semplice. Ci capiamo al volo…”
“Strano davvero…”
L’allattamento a richiesta non è strano.
Basta conoscerlo bene… il resto lo fa tutto il bambino.
Ph: MilK Magazine