Due linee sul test, più o meno evidenti.
Inizia l’avventura.
Questo bambino, il nostro, desiderato o arrivato a sorpresa, tra nove lune sarà parte della nostra vita.
Siamo già mamme in quel momento.
Un turbinio di emozioni ci invade: gioia grande, dubbi, paure, sconforto, preoccupazioni… Tra queste, nei nostri pensieri al femminile, non mancano quelle legate al lavoro, dipendente o in libera professione che sia.
Come farò? Cosa diranno…il titolare…. i miei clienti….?
Ma i bambini sono speciali. Sanno arrivare nei momenti che a noi adulti sembrano i meno opportuni: il trasloco da fare (o da mettere comunque in programma perché dove abitiamo adesso non ci staremo in uno in più….), il nuovo lavoro ( sono appena stata assunta a tempo indeterminato), lavoro lontano (non potrò rientrare dopo la maternità), un’attività in proprio, magari appena iniziata (se manco io….), un progetto da portare a termine (mancava così poco…), l’ultimo esame del corso di laurea e la tesi da discutere (che cadrà più o meno in concomitanza con la mia data presunta del parto).
Si potrebbe proseguire.
I grandi si dimenticano, noi donne soprattutto, che una creatura nuova smuove energie tanto sottili quanto potenti.
Un bambino che sceglie, comunque, quella mamma ( e quel papà, e quei nonni….), in quel momento della sua vita, porta certo scompiglio, altrimenti non sarebbe una nuova vita, ma soprattutto punti di vista nuovi. E guardando le cose da un nuovo punto di vista, si scoprono soluzioni e dettagli prima invisibili.
Mi ripeto spesso e lo dico alle mamme di Gaia che i bambini sono competenti, sanno cosa fare. E che ogni vita nuova è abbondanza.
E abbondanza genera abbondanza.