Nel mio weekend di formazione (online) è emersa l’arte del kintsugi, che letteralmente significa “riparare con l’oro”.
E’ una pratica giapponese che consiste nell’utilizzo dell’oro o argento liquido o lacca con polvere d’oro per riparare oggetti in ceramica, usando l’oro per saldare insieme i frammenti.
Ho pensato alla maternità come ad una delicata coppa in ceramica.
Per quanto la maneggiamo con delicatezza e per quanta cura ci possiamo mettere, quindi per tutto quello che cerchiamo di fare, è inevitabile che questa coppa a volte cada o si incrini un po’ per un contatto con altra superficie, anche accidentale, e che non sempre è nostra responsabilità o dipende direttamente da noi.
La maternità ideale non esiste, ricordiamocelo e ricordiamolo pure, anche con ironia, a chi ogni tanto tenta di vendercela.
Esiste però la possibilità di recuperare, di riparare, di unire “con l’oro” i pezzi della nostra coppa.
Come?
Informandosi in continuazione. La maternità è un processo, non è uno stato acquisito.
E poi… chiedendo aiuto, perdonandoci quando le cose non sono proprio come le avevamo pensate, chiedendo scusa se necessario, accogliendo le scuse anche quando è faticoso.
Dicendo anche “adesso io non ci riesco, fallo tu per me (o con me, dipende)”.
A volte sarà più semplice, altre più complicato.
La cosa certa è che “riparare” non solo unisce i cocci e rende la “coppa” ancora utile e necessaria, ma anche che il disegno che ne esce è unico.
Ogni coppa di maternità “riparata” è un capolavoro, il nostro.
Ph: fonte dal web