Aspettare un figlio in questo momento storico è qualcosa di completamente nuovo.
Ogni gravidanza è senza dubbio qualcosa di nuovo e unico (pensiamo a quanto sia diversa la prima attesa dalla seconda o dalla terza…), ma aspettare un figlio al tempo del Covid19 è una novità assoluta.
E se per un po’ abbiamo pensato che sarebbe stata una questione di pochi mesi, adesso dobbiamo/dovremo fare i conti con qualcosa che durerà ben più a lungo.
All’esterno tutto sembra un vortice di incertezze, di continui cambiamenti, di passi avanti per poi tornare indietro.
Per questo, mai come ora la coppia deve trovare al suo interno risorse e certezze.
Da qui il titolo di questa riflessione.
L’unica certezza di questo momento sembra essere questa creatura attesa, questa creatura IN, dentro la coppia. Creatura che porterà una ventata di novità, ma anche buona dose di scompiglio.
L’attesa diventa, nel turbinio di tutto quello che accade all’esterno, occasione per fermarsi davvero e investire sulla coppia per rinforzare l’equilibrio che verrà poi messo in discussione dal nuovo arrivato, sia esso il primo o un altro in relazione a chi c’è già!
E’ importante arrivare alla nascita, non solamente al parto, con tante risorse attive.
Non si tratta solamente di “fare un corso preparto”, ma di trovare tempi per la coppia che attivino risorse endogene, che aiutino ad affrontare il parziale isolamento che si affronta ora (ne sanno qualcosa i papà che, per esempio, non possono entrare per le visite…), ma anche quello che inevitabilmente si vivrà dopo e che forse è la cosa che pesa maggiormente.
E’ importante coinvolgersi reciprocamente.
Sembra scontato, ma non lo è.
Non basta scegliere insieme il trio o le greche con le quali decorare la stanza.
Diventa quanto mai fondamentale in questo momento che il papà sia coinvolto dove possibile, per condividere le informazioni, ma anche le emozioni dell’attesa che poi possono esplodere nel post, non solo per la mamma.
Sono visibili gli effetti di questo periodo anche sulla paternità.
In questi mesi, prima nel lockdown e poi nella graduale riapertura, ho incontrato tantissime coppie, non solo nei corsi di accompagnamento alla nascita.
Ho notato una grande differenza nella ricerca delle informazioni prima, più mediche, legate ai rischi del Covid19 sul bambino principalmente, mentre più relazionali-sociologiche nel dopo perché questo momento ci chiede di fare ancora più i conti con il nostro sentire, ma anche con quello di chi ci sta intorno.
Come sempre, confermo che maggiore è il coinvolgimento del papà in gravidanza, migliore è il post parto a maggior ragione in questo momento specifico che prevede un doppio adattamento della coppia: il (ri)diventare genitori e il doverlo fare in un contesto sociale molto incerto.
Con-centrarsi sull’attesa.
Partire dal (o tornare al) bambino.
Ritessere le relazioni.
Coinvolgere con la giusta distanza.
Condividere ogni sentire, anche quelli che fanno paura.
Tutto questo cambia la musica di quello che è intorno e l’in-certo può trasformarsi in con-certo.
Perché in due per davvero, è tutta un’altra musica.
Ph: focus.it