Nella nostra lingua fa anche rima, con allattamento.
Nel presentare benefici del latte materno/dell’allattamento al seno si sottolineano sempre le qualità dell’alimento perfetto e l’importanza per la relazione mamma-bambino.
Sul primo aspetto non ci sono dubbi.
Sul secondo, se si è ben informati, si sa che ci sono molti altri modi per rinforzare la relazione.
L’aspetto che dell’allattamento viene però spesso tralasciato è quanto questo sviluppi nella madre soprattutto, ma anche nel padre di riflesso, una capacità di adattarsi.
Allattare al seno diventa un primo grande allenamento per mille altre situazioni future.
Adattarsi ai ritmi.
Serrati, stancanti a giorni, incalzanti.
Ma anche lentissimi, dei pomeriggi con continue poppate in cui si rimane lì, ferme, e che sembrano non concludersi mai.
Penso ai giorni dai ritmi frenetici che viviamo anche ora che sono grandi, ma anche ai momenti in cui siamo fermi lì, accanto, accompagnandoli in un compito che sembra non finire mai o in una situazione in cui c’è bisogno di restare, per capire, per capirsi.
Adattarsi alle posizioni.
Che all’inizio sono perfette, da manuale, allineate e poi nel tempo diventano sbieche, allentate, improbabili.
Ci adattiamo nel tempo a passare da posizioni che “tengono e contengono” a posizioni più morbide, che lasciano pian piano andare.
Adattarsi alle notti di sonno “particolare”.
Questa non credo sia da spiegare né alle mamme che allattano la notte né a quelle di figli più grandi che la notte li aspettano.
Adattarsi alla sospensione.
Finché si allatta, spesso non si può fare altro se non guardare la propria creatura.
Ci sono i momenti anche quando crescono, in cui possiamo solo “nutrire”, in termini sottili, non alimentari, senza poter intervenire.
Niente di romantico.
Solo un percorso di adattamento lungo una vita.
Partendo dall’allattamento.
Foto: Credits Willow Tree di Susan Lordi, la statuetta in immagine è intitolata Patience. "Love is patient, love is kind. Patience is about inner reflection, peace and calm. I wanted the viewer to feel the weight of her feeling on the hands. To feel the passage of time- when everything stops- to be in the present" Susan Lordi