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COME POSSO AIUTARTI?

Siri, assistente vocale.
Cerca, scrive, mi risparmia spesso tempo. Distingue, si attiva, seleziona informazioni.
Capita però che prendendo in mano il telefono, si attivi – su mio distratto comando, ovviamente –
senza che io ne abbia necessità.
“Come posso aiutarti?”
Se non mi serve aiuto, se non ne ho bisogno, mi infastidisce.
Poco male, in meno di un secondo la licenzio.

Accade anche con i figli. Attivarsi quando non serve è inutile.
E non solo può infastidire, ma può anche fare danno.
Penso che l’errore più grande che faccio come madre, ogni giorno ahimè, sia proprio questo:
anticipare i loro bisogni.
Anticipare può innescare un circolo vizioso di azioni e conseguenze che non siamo in grado di
prevedere, con risultati pari a quelli che otterrei non rispondendo.
Perché poi non sono come Siri, che mi si può disattivare in un attimo.

A volte intervengo per fretta o perché mi pare di predire il futuro.
Altre per impazienza, per coccola, per pigrizia, perché attendere i tempi dell’altro è faticoso.
Intervengo perché mi sembra di volere “più bene”.


E quindi la sfida, per crescere lasciandoli crescere con i loro tempi, diventa proprio quella di stare
vigile, attenta, a lato.
Di stare lì, senza dire e senza fare, pronta ad intervenire qualora chiedano “mi puoi aiutare?” o
semplicemente ad accogliere che spesso, non serve “l’assistente”.