Capita di mettere in tavola un pasto “degli avanzi”.
Si apre il frigo e si guarda quel c’è.
Un po’ di una cosa, un po’ dell’altra.
Caratteristica del pasto è che non c’è di ogni cibo la quantità giusta per tutti, ma che tutti
mangiano a sufficienza.
Adoro le cene degli avanzi.
Profumano di un pranzo che è stato una festa, in cui si era in molti, in cui si è cucinato per più
persone.
Dicono di incontri e parole che portiamo nel cuore.
Si avvicinano ai “menù degustazione” di rinomati ristoranti: ti trovi nel piatto “un cucchiaio” di…,
un assaggio per ogni cibo.
Sono condivisione di quel che c’è.
Aiutano a fare spazio.
Diciamo sempre ai bambini quando in tavola mettiamo un pasto così.
Perché capiscano che tanto è importante a volte cucinare un pasto dall’inizio, con tutti gli
ingredienti che servono, impiegando tempo ed energie, tanto altre volte si fa bene anche con quel
che c’è.
Ed è così nella vita, ogni giorno.
Ci sono momenti in cui siamo e diamo il meglio, la perfezione.
In altri invece, siamo e facciamo “quel che possiamo”.
Siamo sospesi, quando invece vorremmo essere fermi.
Condividiamo quel che è rimasto dopo una giornata faticosa.
Diciamo meno e non nel modo in cui vorremmo.
Ma a guardar bene, anche in questi momenti, quel che c’è… è sufficiente.