In questa estate Sofia è cresciuta, in altezza, nelle espressioni che sempre più me la rendono vicina e nello stesso tempo lontana, nelle parole. Si fa crescere i capelli. Chiede la treccia dall’alto o vuole i riccioli “come li avevi tu mamma”.
Ci si rende conto di quando i figli fanno dei balzi in avanti.
Finché sono piccoli, sono passaggi abbastanza netti.
Gattonano, poi si alzano e camminano.
Dicono due parole, dopo un mese ne dicono quindici.
Usano il pannolino, passano al vasino.
Poi.
Succede che i giorni corrono.
In settimana sta eseguendo un compito nel libro delle vacanze in cui deve disegnarsi com’era, com’è adesso e come sarà. Si disegna che sta gattonando, poi nel presente e poi si vede grande, incinta perché mi dice “quando si diventa grandi si diventa mamme”.
Non sempre Sofia.
Ci pensa e poi mi dice che è vero, ho ragione, non tutte le donne diventano mamme. Ma lei sì.
La seconda consegna chiede di “descrivere come sono cambiate le persone intorno in questi anni”.
E lei scrive di getto: una volta la mia mamma aveva i capelli neri ora li ha grigi e bianchi. Concordo e sorridendo aggiungo che li avevo bianchi anche quando erano scuri.
Mi chiede se mi sono offesa. “No Sofia, hai scritto quello che vedi, va benissimo”. E lei aggiunge: “Ti chiedo perché è come se avessi scritto che io sono diventata grande e tu vecchia”.
E’ vero, tu sei cresciuta e il tempo è passato anche per me.
Stamattina entriamo in un negozio e la radio passa “ Un cuore in due” e lei inizia a cantare.
Io mi fermo: dove l’ha imparata? Dove l’ha sentita e quante volte per saperla cantare a memoria? Forse una volta in macchina? Strano, solitamente ascoltiamo cd del nido… Dai nonni?
So che questa neve
Prima o poi si scioglierà
E che lascerà dentro di sé
Giorni per scoprirsi forti come verità.
Mi ha spiazzata.
La percezione è stata quella di un’uscita dal recinto.
Ferma in piedi – è stato un lampo- l’ho ripensata e risentita in fascia, in braccio, vicina, appesa e appiccicata a me, per settimane, mesi.
Poi l’ho ascoltata, lì, in quel presente così vivo, così davanti a me, che cantava… avere un cuore in due non è facile…
Mi sono detta che ogni singolo istante passato ad averla cuore a cuore, proprio come avessimo un cuore in due, non è stato sempre facile, ma è valso la pena.
Perché quando si allontanano, quando si diventa due cuori, non è facile comunque.
E se prima si è attori principali, poi si diventa un po’ “coprotagonisti”.
Crescono piano, in maniera impercettibile, e diventano altro da noi.
Abbi cura di quello che sei
di ciò che senti e ciò che vuoi.
(Le parole in grassetto sono parte del testo di “Un cuore in due” di Francesca Michielin).