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Mille e ottocentoventisette notti

Trepidante, incerta, entusiasta. Esattamente 5 anni fa, proprio come oggi, aprivo le porte di Gaia
per il primo cerchio delle mamme.

O forse dovrei dire il primo “non cerchio”.
Ai primi mercoledì non partecipava nessuno. Restavo due ore a studiare, a leggere, ad aspettare
che qualche mamma si accorgesse di Gaia.
Chiudevo a mezzogiorno senza aver visto né mamme né bimbi.
Lo sbocciare dei fiori del logo di Gaia è stato lento.
Qualche amica ha iniziato a partecipare alle lezioni di movimento e qualche mamma ai cerchi del
mercoledì.
Nelle settimane, nei mesi, i numeri sono cresciuti e con questi anche la credibilità di Gaia sul
territorio… fino ad oggi.

Di questi 5 anni ci sono momenti che porto nel cuore in modo particolare.

Un abbraccio di Donatella che ha accolto le mie lacrime un mercoledì e mi ha regalato parole di
coraggio che in quel momento servivano davvero.
Tutte le prime mamme che entravano titubanti a conoscere questa nuova realtà.
I piccoli cerchi dell’inizio.
Le telefonate anonime: alcune solo indagatorie, altre eseguite per mettermi alla prova, alcune
offensive.
Il test di gravidanza positivo a 5 mesi dall’apertura e l’arrivo di Giulio in famiglia.
Alcuni messaggi da Londra che mi fanno capire che il sistema di comunicazione familiare funziona
sempre.
Il gruppo di mamme di movimento che un giorno di 3anniemezzo fa mi ha detto “Organizzaci tu
un corso preparto”.
I “Sei stanca?” della mia mamma.
Laura che mi dice: “La newsletter inviata così non serve a nulla” e l’inizio del percorso che ci ha
portate “ai ranuncoli”.
Il corso Anpep e l’inizio della proposta dei corsi serali di accompagnamento alla nascita pensando
“Io ci provo”.
La Vale e i suoi messaggi delle 6; la Vale e le sue idee “low profile”.
L’incontro con ogni esperto di salute che oggi collabora con Gaia. Silvia e Serena in modo
particolare.
Le chiacchiere che dicevano che “Gaia è una setta”.
Il giorno in cui ho deciso che avrei dato del “tu” in risposta ad ogni mail, perché quando diventi
madre, il tu è meglio.
Il trasloco.
I “mi piace” dei papà sulla pagina fb.
I silenzi e le profezie del mio papà.
Ogni abbraccio da neomamma e neopapà scambiato quando sono entrata nella loro casa.
Momenti di cui non posso scrivere, ma per cui sono infinitamente grata.
Stefano e ogni suo: “Sempre avanti”.
Di questi 5 anni ricordo ogni notte, in cui Gaia è stata davvero come un figlio.

Che toglie il respiro in alcuni momenti, che gratifica, che ti chiede di andare oltre i tuoi limiti, oltre
quello che avevi pensato, che ti fa capire il concetto di “evoluzione”.
Come un figlio appunto, motivo per cui, a tutti quelli che mi chiedono “E IL QUARTO?”…. rispondo
che io il quarto figlio ce l’ho già… e oggi spegne 5 candeline!

foto di Julia Silge

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